Unspace


Progetto audiovisivo accessibile
Un progetto video realizzato in collaborazione con Istituto dei Ciechi di Milano e RAI Pubblica Utilità per sensibilizzare il pubblico sulle problematicità e potenzialità dell’accessibilità all’arte per tutti.
Unspace, attraverso immagini e suoni di frequenze diverse traduce la sensazione di spazialità di tre installazioni: Varese Room di Maria Nordman, In Loving Memory of Toiny Form Leo and Dan e Ultraviolet Fluorescent Light Room di Dan Flavin.
Tre artefatti interpretano in modo tattile e sonoro le opere. Grazie all'impiego di diversi materiali trasmettono la temperatura percepita nelle stanze e, con l’interazione dell’utente, traducono in suoni le percezioni di luce.


Artefatto1
Uso artefatto 1

Il primo artefatto reppresenta In Loving Memory of Toiny from Leo and Dan e si sofferma sulla traduzione dei colori in suoni. Il legno simula il calore che l’ambiente trasmette ai visitatori e le cannucce rappresentano la posizione dei neon. Tramite un piedistallo regolabile in qualsiasi angolazione, è possibile inclinare il pavimento della stanza, richiamando così l’illusione ottica creata dalla disposizione dei neon. Il suono del rosa è intenso e grave, dato dall’urto tra sfere e binari in legno; il suono del giallo è tenue, provocato dall’urto di un maggior numero di sfere di legno, contro binari di plastica; il suono dell’azzurro è acuto, generato dall’urto tra sfere e binari di metallo


Artefatto2
Uso artefatto2

Il secondo artefatto rappresenta Ultraviolet Fluorescent Light Room. Consiste in un cubo realizzato in resina 3D realizzato mediante un’unica linea continua. In questo modo invita l'utente a percorrere con la mano il perimetro. La ricostruzione mentale della forma non è immediata, al fine di richiamare la segmentazione dell’ambiente creata dalle lampade di wood. I semi di sesamo inseriti nelle cavità delle cannucce, successivamente sigillate alle estremità, col movimento producono una cascata di delicati suoni, ricordanti il rumore dei neon in funzione.


Artefatto3
Uso artefatto 3

Il terzo artefatto ci porta nell’ambiente di Maria Nordman, dove percepiamo due linee di luce naturale che sezionano verticalmente lo spazio, creando l’illusione di pareti eteree. L’artefatto invita a percorrere con la mano il fondo della scatola per incontrare due ostacoli, due ritagli di tulle che rappresentano i fasci di luce. Grazie all’elasticità del tessuto, la mano può passarvi al di sotto e proseguire. La sensazione che il tessuto crea sul dorso della mano, rende palpabile la percezione dei fasci di luce, in un ambiente buio.